Disturbo dell’eccitazione sessuale femminile: terapia di stimolazione sessuale
- sabrinapompeipsicologa

- 17 giu 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile consiste in una persistente o ricorrente incapacità di raggiungere o di mantenere, fino al completamento dell’attività sessuale, un’adeguata risposta di eccitazione sessuale con lubrificazione e tumescenza (reazioni di eccitazione dell’organo sessuale femmine). La diagnosi differenziale rispetto al disturbo dell’orgasmo femminile si basa sul fatto che in quest’ultimo è presente la fase dell’eccitazione sessuale; nel disturbo invece da desiderio sessuale ipoattivo sono presenti sia eccitazione che orgasmo. Molto spesso il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile è conseguente all’assunzione di alcuni farmaci che possono andare ad inibire l’eccitazione a livello fisiologico, oppure è secondaria ad altri disturbi prevalenti, come ad esempio un disturbo depressivo maggiore. Questo può causare un abbassamento del desiderio e di conseguenza anche un riduzione del tono vaginale, comportando una secchezza o una carente lubrificazione.
Per quanto riguarda invece le donne alle quali viene fatta diagnosi primaria di tale disfunzione, solitamente si utilizza una terapia detta “di stimolazione”, non soltanto rivolta quindi ai casi di abbassamento del desiderio, ma anche e soprattutto alla difficoltà di eccitamento. L’intento di questa terapia è di far ricorso all’esposizione di materiali erotici, come fotografie, film o libri allo scopo di incoraggiare ed esaltare le fantasie sessuali che rappresentano le principali fonti di stimolazione sessuale.
I problemi di eccitamento possono essere conseguenti anche a fobie specifiche, a un rapporto vissuto con ansia per svariati motivi o a conflitti di coppia scatenati in ambiti diversi da quello sessuale ma con ripercussioni sulla sessualità.
Helen Kaplan ci insegna svariate tecniche per far fronte al problema dello scarso eccitamento sessuale:
1. incrementare l’automonitoraggio: consapevolezza dei pensieri, delle emozioni e dei comportamenti controproducenti, favorendo l’elaborazione di pensieri positivi da sostituire a quelli disfunzionali.
2. Uso di materiale erotico e stimolazione delle fantasie sessuale, come accennavo precedentemente.
3. Nel caso in cui il sintomo sia frutto di problematiche di coppia, è possibile utilizzare training di abilità sessuali, per potenziare la relazione e rendere quindi anche più efficace la sessualità.
4. Incrementare l’intimità fra i partner, anche attraverso esercizi di focalizzazione sensoriale.
Come per alte disfunzioni sessuali, il sintomo può essere di natura individuale o relazionale, quello che conta è che venga nutrita sia la componente individuale che quella di coppia perché solo stando bene da soli e capendo esattamente cosa piace a noi, possiamo potenziare la comunicazione di coppia anche a livello sessuale.





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