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Eiaculazione Precoce: precocità sessuale o relazionale?

  • Immagine del redattore: sabrinapompeipsicologa
    sabrinapompeipsicologa
  • 29 giu 2020
  • Tempo di lettura: 2 min


L’eiaculazione precoce rappresenta, statisticamente parlando, il sintomo più comune, ma anche quello con prognosi migliore. Le situazioni di precocità a livello sessuale possono essere più o meno gravi e croniche. Premettendo che, come tutte le disfunzioni sessuali, è opportuno escludere le cause organiche o dovute ad assunzione di farmaci, la natura psicologica del sintomo va ricercata in ambito individuale e relazionale. In molte situazioni di coppie conviventi il sintomo è legato alla paura di avere un figlio, al non sentirsi pronti per questo passo importante, al non riuscire a verbalizzare alla partner questo timore. In questo caso, il blocco psicologico viene riflesso inconsapevolmente sulla sessualità e ciò dimostra come ogni sintomo (disfunzionale) risulti in realtà per la persona stessa che lo produce, molto funzionale al benessere individuale; questo è il motivo per cui il sessuologo, in seguito alla raccolta di dati, cerca di dare senso al sintomo.

In altre situazioni, possono essere presenti dei conflitti di coppia su altri livelli della relazione al punto che la precocità sessuale potrebbe essere usata come “sabotaggio” all’orgasmo femminile. Il sintomo dell’eiaculazione precoce è molto spesso legato anche ad uno scarso controllo degli impulsi emotivi e relazionali in generale; questo significa che la persona riesce ad arrivare fino ad un certo punto, oltre il quale, la produzione del sintomo diventa indispensabile ai fini della salvaguardia di se stesso; sono persone che difficilmente mal sopportano situazioni economiche, familiari, relazionali di un certo tipo e, a livello sessuale, il raggiungimento precoce dell’orgasmo rappresenterebbe simbolicamente l’incapacità di tollerare e quindi di aspettare di godere

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la situazione di piacere con la partner. Come per tutte le altre disfunzioni sessuali, è opportuno indagare se il sintomo si è sempre verificato oppure se si verifica o se si è verificato solo in determinate situazioni (a livello diagnostico si distingue fra una situazione generalizzata e quindi più cronica di disfunzione ed una più episodica, non reiterata nel tempo). Può succedere che il sintomo si presenti solo nelle esperienze relazionali più serie, in cui l’uomo sente il peso del suo ruolo all’interno della coppia e questo può recare ansia da prestazione e la conseguente comparsa del sintomo; in altri uomini invece avviene l’esatto opposto. L’incapacità a lasciarsi andare ad un’esperienza di divertimento, inibisce l’uomo, con conseguenti pensieri intrusivi legati al “fare una buona performance sessuale”, che in realtà fanno ottenere l’effetto indesiderato dell’uomo di arrivare subito all’orgasmo.

Nelle situazioni più critiche può succedere che l’uomo eiaculi anche molto tempo prima della penetrazione e quindi dell’inserimento del pene in vagina, queste situazioni vengono definite ante portam e sono sicuramente indicative di un quadro sintomatologico più grave, ma non per questo meno risolvibile. In queste circostanze è opportuno agire sull’autoconsapevolezza sensoriale del soggetto rispetto agli stimoli che gli suscitano piacere, capire bene attraverso quali stimoli il soggetto si eccita facilmente e costruire stimoli sostitutivi che possano in qualche modo rallentare l’orgasmo e prolungare di conseguenza il piacere dell’uomo. Una buona comunicazione di coppia, quando la partner è presente, ed una buona motivazione alla terapia sono due buonissime basi per consentire la risoluzione del sintomo.

 
 
 

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© 2019 Sabrina Pompei, Dott.ssa Psicologa, consulente in sessuologia

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