Ipersessualità: dipendenza o compulsività sessuale?
- sabrinapompeipsicologa

- 4 apr 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Le condizioni di ipersessualità maschile (satiriasi) e femminile (ninfomania) non hanno raggiunto ad oggi la dignità di diagnosi specifiche, ma sono state inserite nei disurbi sessuali non altrimenti specificati. Queste due problematiche sono state concettualizzate in due modi distinti:
1. Sindrome comportamentale a carattere di dipendenza
2. Compulsività sessuale
Nel primo caso si fa riferimento all’inquadramento dei problemi di dipendenza da droghe, si tratterebbe quindi di una sindrome da dipendenza senza utilizzo di una sostanza esogena di abuso. Le condotte ipersessuali costituiscono una forma di autoterapia rispetto a problemi familiari o esistenziali; queste perdite di controllo sessuali sono tuttavia seguite da sensi di colpa, vergogna, rimorso, per ridurre le quali si ricorre nuovamente a condotte di ipersessualità. Si innesca così un circolo vizioso dal momento che tali condotte vengono rafforzate negativamente.
La seconda prospettiva invece, sostenuta da Coleman, fa riferimento prevalentemente all’atto ossessivo e quindi compulsivo della sessualità, sotto varie forme: promiscuità sessuale, masturbazione compulsiva, dipendenza da materiale pornografico, dipendenza dalle chatrooms a carattere pornografico, ma anche dipendenza da ipersessualità all’interno di una relazione stabile a tal punto da squilibrarla. In questo modello, tuttavia, a differenza del primo, si avanza l’ipotesi che i comportamenti sessuali compulsivi siano mediati dalla riduzione dell’ansia e non dal desiderio sessuale di per sè, queste condotte sarebbero quindi associate allo spettro dei DOC (disturbi ossessivi compulsivi).
In entrambe le posizioni, la condizione di ipersessualità viene sostenuta da fattori familiari, ambientali ed evolutivi, che variano ovviamente a seconda del singolo caso.
Vorrei fare una considerazione importante rispetto alla dimensione del piacere: nelle condizioni di ipersessualità si può provare piacere, se si usa il sesso come droga e quindi dipendenza, per sollevarsi da stati d’animo negativi, altrimenti se si fa una valutazione legata alla compulsività dell’atto, la persona non prova piacere, perchè le condotte sessuali, che sia masturbazione o sesso promiscuo, vengono messe in atto solo meccanicamente, senza nessuna componente edonica. Il sesso assume l’aspetto di un rito, ma esce dal concetto di piacere e di gratificazione sessuale. Per poter trattare quindi queste compulsioni sessuali è opportuno innanzitutto avvicinarsi al concetto di piacere, sotto altri aspetti, per poi regolare la condotta sessuale.
Ciò che è importante per le persone che presentano questa compulsione sessuale, è di rivalutare e rivalorizzare il sesso come qualcosa che dia gratificazione; la meccanicità dell’atto in alcune persone è talmente profonda che il sesso viene decostruito di tutte le sue componenti: desiderio, eccitazione, orgasmo e risoluzione. Il sesso diventa un rigido copione da mettere in atto per neutralizzare l’ossessione martellante.
Parlarne con qualcuno può aiutare la persona ad avere prospettive diverse rispetto alla concettualizzazione del sesso: se pensi di avere problematiche di questo tipo, parlane!





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