L'anorgasmia femminile: la sottile differenza tra “assaporare” e “mangiare” in termini sessuali
- sabrinapompeipsicologa
- 19 mag 2020
- Tempo di lettura: 4 min

L’anorgasmia femminile è la mancata difficoltà a raggiungere l’orgasmo; si fa diagnosi di anorgasmia soltanto per il mancato raggiungimento dell’orgasmo clitorideo, dal momento che il raggiungimento dell’orgasmo nel corso del rapporto sessuale non è garantito o non è garantito in tutte le prestazioni. Molte donne possono non avere quel tipo di orgasmo, se non sfruttando determinate posizioni o stimolazioni manuali o sessuali.
Alcune donne, tuttavia, arrivano in consultazione con la precisa richiesta di poter avere l’orgasmo coitale e si sentono anorgasmiche per questo. In molte situazioni, il disagio di questo tipo è alimentato da alcuni partner che fanno pesare alla donna il mancato raggiungimento dell’orgasmo durante il rapporto e questo è il motivo per cui molte donne lamentano il fatto di sentirsi impotenti, frustrate e anorgasmiche, appunto. Alcune ammettono di averlo provato con dei partner precedenti e questo crea ancora più ansia da prestazione nel corso del rapporto sessuale; in questi casi è possibile che sia l’uomo a sbagliare la stimolazione manuale. E’ per questo motivo che è opportuno comunicare sempre all’interno della coppia se il tocco del partner piace oppure no, e, nel caso di risposta negativa, è opportuno riferire al partner come poter migliorare. In altre situazioni si parla di anorgasmia in donne che non si sono neanche mai masturbate; è per questo motivo che in terapia sessuologica occorre innanzitutto prescrivere alla donna di sperimentare la stimolazione manuale in solitaria al fine di far capire alla donna stessa in che modo le piace essere toccata. Solo quando la donna impara a conoscere il proprio corpo e le proprie zone erogene può comunicare al partner le proprie zone del piacere. In questi casi, è opportuno quindi partire da un lavoro individuale per poi passare a quello di coppia.
In generale, il pensare incessantemente al dover raggiungere il picco di piacere crea un distanziamento netto dal tema del piacere perchè la donna rimane su un piano cognitivo, razionale, che non le consente di vivere a pieno le sensazioni erotiche del momento. Ma, le sensazioni sessuali, per loro stessa natura, hanno bisogno di entrare in contatto con la parte più emotiva della donna, non con quella razionale.
L’orgasmo femminile è molto spesso legato all’area intrapsichica della donna, cioè questo vuol dire che la donna, priva di autostima, non si sente di entrare in contatto con la propria sensazione legata al picco di piacere perchè potrebbe pensare di non meritarselo. Questo ha quindi molto a che vedere con una vera e propria repressione dell’autostima.
L’ansia e lo stress invece, incidono molto sul sesso soprattutto se la donna ha l’idea di non funzionare sessualmente.
In altre donne invece, si percepisce un femminile non troppo forte: la donna sente il proprio corpo e le proprie sensazioni? Le riconosce? Riesce a distinguerle? Anche in questo caso, i tabù sessuali non aiutano, perchè le donne possono essere cresciute con la convinzione di non dover affermare questa femminilità o di non sentirne l’esigenza perchè sminuita.
In terapia sessuologica si fa distinzione fra tre tipi di anorgasmie: difensiva, aggressiva e relazionale.
Nel caso si tratti di anorgasmia difensiva, solitamente si ha a che fare con donne che hanno molta paura delle sensazioni forti e di perdere il controllo; in questo caso bisogna sempre valutare se il controllo esercitato nella sessualità sia presente anche in altre situazioni. La persona può sentirsi invasa dall’altro e di conseguenza si chiude autosabotandosi, impedendosi il raggiungimento del piacere. In altri casi ci può essere la paura legata all’idea di non funzionare bene, sessualmente parlando, legata a sua volta alla paura del giudizio altrui. Non sono poche le donne purtroppo che hanno la percezione di avere un corpo silenzioso, proprio perchè aventi una struttura difensiva; il corpo parla, recepisce sensazioni piacevoli, ma esso non viene ascoltato. Tenere il cervello acceso durante la sessualità, rovina la sessualità!
L’anorgasmia relazionale , invece, ha a che fare con l’attacco della donna sull’uomo attraverso tre modalità: 1. Togliere il potere al partner: sono donne che simulano l’anorgasmia con l’intento di ledere il partner (si parla anche di sabotaggio sessuale; usano il sesso come motivo di conflitto). In realtà ledono loro stesse perchè si privano della possibilità di provare piacere. 2. Umiliare il partner: sono donne che portano in consultazione il loro sintomo scaricando completamente la colpa sul partner “è colpa sua che non mi dà stimolazioni efficaci e sufficienti”. In questo caso è opportuno spostare i conflitti su altre aree, cioè allontanare il conflitto dal sesso. Il sesso è soltanto la machera dietro la quale si nascondono i veri problemi della coppia.
Per quanto riguarda invece l’anorgasmia relazionale, potrebbe esistere una mancanza di cornici sessuali corrette; cioè mancano le giuste iniziative, le parole giuste, i momenti giusti e soprattutto le conoscenze giuste legate alla sessualità. In questi casi è opportuno creare un ponte comunicativo fra i due partner; potenziando la comunicazione di solito si rinforza anche la sessualità. L’anorgasmia relazionale è sicuramente quella più trasversale sia all’anorgasmia difensiva che a quella aggressiva; in tutte e tre le circostanze è opportuno che coppia sia motivata al cambiamento.
E’ interessante come si possa paragonare la sessualità al cibo: c’è una sottile differenza tra assaporare un pasto oppure mangiarlo senza troppa consapevolezza. Per poter arrivare a trarre un maggior godimento dal cibo, è opportuno gustare le sensazioni che il cibo sprigiona in bocca, gustare le consistenze, il sapore, la sua temperatura, prendersi quindi anche più tempo per saggiarne bene le differenze. Per il sesso funziona alla stessa maniera; se si è disposti a sentire le sensazioni positive che il corpo prova, allora possiamo concederci all’orgasmo, altrimenti possiamo comunque consumare un atto sessuale o un preliminare (quindi mangiare senza consapevolezza),senza però sentire tutte quelle sensazioni che conducono al picco di piacere. Avere l’orgasmo è naturale esattamente come l’atto del mangiare. Non pensare al cosa sto mangiando non significa non godere delle sensazioni benefiche che sprigiona il cibo; significa focalizzarsi proprio su quelle sensazioni che possono condurre al momento di massimo piacere.
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